Intervista a Maria Letizia Compatangelo, autrice teatrale e studiosa di tv e teatro: il teatro ed Anna Marchesini

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Ciao a tutti. Vi ripropongo la mia intervista a Maria Letizia Compatangelo , autrice teatrale, drammaturga e saggista. Inoltre nella puntata di venerdi di “Sorrisi di donne” abbiamo iniziato a parlare di Sanremo e lo abbiamo fatto con alcuni ricordi del sanremo 1989 in cui ha partecipato anche il Trio e di cui vi propongo la copertina di quel “Tv Sorrisi e Canzoni”

 

 

 

 

 

Oltre ad essere un’autrice teatrale, sei anche una studiosa della tv e del teatro, la mia prima domanda è :Cosa pensi della comicità al femminile in tv e Come pensi sia cambiata nel tempo?

Penso senz’altro che sia cambiata nel tempo, che le donne si siano appropriate e abbiamo affinato un modo di portare avanti e di porgere la propria visione del mondo. Come nel caso di Anna Marchesini si potrebbe parlare di umorismo, di uno sguardo obliquo rispetto al modo tradizionale di guardare le cose come diceva anche Pirandello, e questo si addice molto alla creatività delle donne e alla loro capacità di guardare i fatti, le persone, le cose che poi diventano personaggi, parodie, come nel caso di Anna e  che diventano altro rispetto alla cultura dominante e diciamolo pure patriarcale.

-La tv in generale e’molto cambiata da quando, entrando nel discorso Anna Marchesini, c’era ad esempio il Trio, secondo te e’ più difficile oggi far ridere e per un donna soprattutto?

Per una donna che si vuole sganciare dagli stereotipi, che sono prevalentemente sessuali, i doppi sensi, forse può essere più difficile pero’ adesso  devo dire che la strada è stata molto aperta, una chiave e’l’ironia, una chiave e’la comicità surreale. Ci sono state persone che hanno aperto questa strada a cominciare da Monica Vitti.

-Chi era per te Anna Marchesini?

Per me Anna Marchesini era un’attrice e autrice comica bravissima ma soprattutto era un’artista molto creativa e tecnicamente molto, molto preparata. Lei aveva talento ma anche la tecnica e aveva una preparazione di base solida. È’ partita dall’Accademia Nazionale di arte drammatica “Silvio D’Amico” e certi virtuosismi non si possono fare se dietro non c’è’ oltre al talento anche un grande studio. Lei veniva dal teatro, ha fatto molta tv, ha conseguito ha rinnovare la figura della donna nella comicità al femminile, poi però è sempre tornata al teatro incontrando poi degli autori importanti come soprattutto Alan Bennett.

-Cosa ha rappresentato per il teatro italiano?

Un’ attrice che ha sempre continuato a cercare e a proporre e quindi è stata non solo un’attrice ma anche un autrice. Per esempio nello spettacolo che lei ha fatto nel 1999 “Parlano da sole” con la regia di Mario Missiroli, regista di teatro, lei mette insieme un testo di Alan Bennett, un pezzo di Annibale Ruccello e un suo testo così come anche nello spettacolo “Una patatina nello zucchero” del 2001 sempre con la regia di Missiroli, lei presenta due monologhi di Alan Bennett, “Una patatina nello zucchero” e “Un’ occasione d’oro” più un suo monologo ovvero la Merope Generosa. C’ e’ sempre stata questa attenzione al teatro perché lei era una persona che studiava e non si è mai fermata.

-Secondo te qual’e la più grande eredità che Anna ha lasciato a chi come te lavora tra tv e teatro?

Sicuramente una strada aperta per le donne che vogliono fare la comicità ironica, intelligente e surreale, che faccia vedere il mondo con occhi nuovi, con uno sguardo diverso e poi il suo sorriso. Un sorriso contro il mondo che vinceva tutto.

Da autrice teatrale come definiresti la comicità di Anna e del Trio?

Ironica e surreale. Per lo meno questi erano gli elementi che a me personalmente piacevano di più. Era anche bella la loro capacità di stare insieme e di collaborare ed Anna all’interno del Trio aveva sicuramente una parte preponderante dal punto di vista creativo e propositivo.

-Il mio blog si chiama “sorrisi di donne” come questa trasmissione radiofonica e parla di comicità al femminile partendo da Anna Marchesini, secondo te nel nostro panorama di comiche esiste un erede di Anna?

Non saprei indicare un erede, ci sono molte attrice comiche che fanno satira,imitazioni, penso a Francesca Reggiani, a Sabina Guzzanti e a tutto il parterre della “tv delle ragazze”. Una in particolare no, ce ne sono possono essere tante. Lei sicuramente era speciale, ma avendo contribuito ad prime questa strada, sicuramente le eredi di Anna non mancheranno anche se con una poesia diversa.

-Quali sono i tuoi progetti futuri e potrebbe esistere un’eventuale possibilità di scrivere un testo teatrale e dedicarlo ad Anna Marchesini?

La possibilità di scrivere un testo e dedicarlo a lei certamente, tanto più potrebbe essere valido tanto più sarebbe un omaggio davvero originale. Per quanto riguarda i miei progetti futuri riprenderemo la commedia ” Prigionieri al settimo piano” che parla di una coppia di intellettuali che sono stati un tempo benestanti messi in ginocchio dalla crisi, dalla disonesta’ altrui’ essendo stati truffati dalle banche che con una serie di rocamboleschi colpi di scena riescono a non cambiare, ad essere fedeli a se stessi però  sono anche costretti dalla vita a guardare la realtà con occhi diversi e poi un’altra commedia che ha vinto il Premio SIAE, il premio Vallecorsi, ” La cena di Vermeer” che racconta la vita di Han van Meegeren che diventa per necessità falsario e nel suo essere falsario forse ritrova la sua più vera identità che difende a costo di andare a finire davanti ad un protone di esecuzione perché la storia si svolge nel 1945. Poi ci sono tutti quei progetti che riguardano il Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea di cui sono Presidente, che comprende più di 200 autori e stiamo cercando di lavorare affinché anche l’Italia possa avere un centro di promozione della propria drammaturgia italiana contemporanea come tutti gli altri Paesi Europei ed extra Europei.

 

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